giovedì 29 dicembre 2011

martedì 27 dicembre 2011

IL BUDDA DI NATALE

Le feste natalizie si stanno allontanando lentamente e per molti, oggi probabilmente è un giorno lavorativo come tanti. 
Eppure qualcosa è diverso...: saranno le feste appena trascorse, lo spirito del Natale che ancora ci scalda le spalle, l'attesa del nuovo anno che sta per iniziare, con la sua corte di aspettative, sogni e desideri...ma il mio spirito oggi è ancora vibrante e profondamente emozionato.

Ho sempre pensato che la magia del Natale risiedesse nel potente messaggio di speranza, rinnovamento e coraggio che porta con sè ed oggi, a distanza di molti anni dalla mia fanciullezza e di alcuni anni dalla decisione di abbracciare la filosofia buddista, sono ancor più fermamente convinta di ciò.
Mi piacerebbe azzardare un parallelismo filosofico e religioso- mi si conceda di usare tale termine in maniera estesa - che unisca in un comune senso di bellezza e amore, il messaggio salvifico del Natale Cristiano e gli insegnamenti di fede e compassione del Buddismo.
Riflettevo proprio questa mattina sul significato di essere buddisti nella vita di tutti i giorni: qui non si tratta di meditare su complesse filosofie esotiche,nè di impegnativi sacrifici o rinunce inopportune. No. 
Si tratta piuttosto di vivere la propria vita tutti i giorni, ora dopo ora, momento dopo momento con la presenza e la consapevolezza della scelta costante che siamo chiamati a fare, di nutrire la nostra mente con pensieri  ed azioni costruttive, anche quando le circostanze lo rendono difficile.
Noi siamo i nostri pensieri: siamo la verità e le emozioni che esprimono le nostre parole e le nostre azioni.
NOI SIAMO LA SOMMA DEI NOSTRI PENSIERI E QUINDI DELLE NOSTRE PAROLE E QUINDI ANCORA, DELLE NOSTRE AZIONI. DI TUTTE LE NOSTRE AZIONI.
Noi siamo questo: non ciò che vorremo essere ma esattamente ciò che scegliamo di essere, attraverso i pensieri che nutriamo, le parole che diciamo e i gesti che pratichiamo.
Il Buddismo ci insegna la compassione, e ci esorta a praticare l'amore, il rispetto e la profonda considerazione verso la vita in ogni attimo della nostra giornata; e ogni giornata e costituita di numerosissimi istanti ognuno dei quali richiede una scelta consapevole. La vita in ogni sua forma e manifestazione è degna di amore e rispetto: l'altro, noi stessi, gli animali, l'universo intero.
Non è questo ciò che insegnava Gesù? Non forse la compassione e l'amore? Non forse il coraggio e la fede di credere in qualcosa di migliore e di vivere la propria vita in onore di ciò?
L'accezione buddista del termine "compassione" è forse più ampia di quella classicamente insegnata dal Cristianesimo ma credo che il messaggio di fondo sia esattamente lo stesso: il termine "compassione, nelle lingue occidentali viene usato per indicare sentimenti come la compartecipazione alle sofferenze altrui, l'empatia, la pietà o a volte la commiserazione. La compassione buddista ha un significato più ampio che tocca il senso della vera e profonda amicizia, della sim-patia per il prossimo e del puro amore, uniti alla preoccupazione sincera per le sofferenze altrui e al desiderio di alleviarle. Nel Buddismo  la parola "compassione" contiene il significato di "dare la felicità" e di "togliere la sofferenza a tutti gli esseri viventi".
Pensare positivamente significa anche esprimere compassione per l'altro e verso noi stessi; significa onorare la vita in tutte le sue manifestazioni ed esprimere una fede ferma ed incrollabile nella sacralità e nella bellezza intrinseca di ogni essere umano e di ogni essere vivente. 
IL BUDDA E COLUI CHE SCEGLIE SEMPRE IL PENSIERO MIGLIORE. LA PAROLA PIÙ INCORAGGIANTE. L'AZIONE PIÙ COMPASSIONEVOLE. LA VIA PIÙ COSTRUTTIVA.
Proprio come un bravo Cristiano.
Namastè











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